Sonia Bonvini

Operazione Omnia Nostra, la mafia nel commercio ittico, 32 arresti nel Gargano0

Duro colpo alla mafia, in particolare al clan dei Montanari, con l'operazione 'Omnia Nostra' dei carabinieri del Ros e il coordinamento della Direzione Nazionale e della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. I carabinieri, con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali e dei ‘Cacciatori di Puglia’, hanno arrestato 32 persone indagate a vario titolo per associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi, traffico di stupefacenti, tentato omicidio, porto abusivo e detenzione di armi, intestazione fittizia, autoriciclaggio, favoreggiamento personale, estorsioni, truffe aggravate, furto aggravato e ricettazione, nell'ambito dell'operazione denominata 'Omnia Nostra'. I reati sono aggravati dal metodo mafioso e compiuti al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa operante nel comprensorio garganico di Manfredonia, Mattinata, Vieste e Monte Sant’Angelo, frazione di Macchia. Nel corso dell’operazione, il Ros ha eseguito 13 provvedimenti di sequestro preventivo di beni mobili e immobili e per equivalente, fino alla concorrenza complessiva di 6 milioni 945 mila euro circa, a carico degli indagati, quale quantificazione del profitto dei reati accertati negli specifici settori. Secondo le acquisizioni investigative accolte dal Gip, in un’ideale continuità evolutiva, il sodalizio criminale sgominato con il blitz - a suo tempo facente parte di un più vasto aggregato criminale riconducibile ai cosiddetti ‘Montanari’ - rappresenterebbe l’attuale assetto della componente facente originariamente capo alla famiglia Romito. Secondo l'accusa, a seguito della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017 in cui perse la vita il boss Mario Luciano Romito, l'organizzazione si sarebbe rimodulata in un nuovo clan. La nuova organizzazione mafiosa è fondata essenzialmente sul vincolo familiare tra i vertici del clan. Grazie ad una fama criminale acquisita nel tempo con un ruolo di primo piano nel percorso evolutivo della mafia garganica e protetti da una sensazione di impunità, una generalizzata condizione di assoggettamento ed omertà, gli affiliati hanno ulteriormente consolidato la capacità di egemonia del territorio, sviluppando e strutturando ulteriori legami con esponenti del territorio, in particolare di Mattinata. A Vieste, secondo gli indizi raccolti, si sono consumati oltre 20 gravissimi fatti di sangue negli ultimi cinque anni. Le complesse indagini hanno consentito di acquisire elementi indiziari del salto di qualità del sodalizio mafioso, capace di associare ad un modello di mafia militare un più evoluto schema operativo di mafia degli affari, con una penetrante capacità di infiltrazione nel comparto agroalimentare legato alle principali risorse del territorio: agricoltura e pesca. In particolare a Manfredonia, sono emersi gravi indizi inerenti il controllo del commercio ittico, per la vendita all’ingrosso e al dettaglio di pesce, esercitato attraverso due aziende con l’assunzione di una posizione di monopolio, ottenuta smantellando la concorrenza mediante l’utilizzo dell'intimidazione. Inoltre, sono emersi gravi indizi inerenti il controllo di taluni ambiti del comparto agro-pastorale, con la consumazione di attività estorsive e di truffe in danno dell’Inps mediante indebita percezione di provvidenze per centinaia di migliaia di euro. Sono stati, altresì, raccolti gravi indizi nel settore del traffico di stupefacenti, nel settore della ristorazione, nel settore degli assalti ai portavalori, realizzati mediante l’interazione con altri gruppi criminali.

09-12-2021 15:11 | Bari