Sonia Bonvini

Ayrton Senna, il pilota diventato mito

La Formula 1 affascinante ma rischiosa, a volte letale, per tanti, per troppi. Il 1 maggio 1994 si galleggiava ancora su quel senso di sicurezza che ben presto si sarebbe trasformato in letale sottovalutazione. Da quell’incidente è cambiata la F1, soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Sono passati 27 anni dal giorno in cui Senna morì, eppure il ricordo del pilota brasiliano è ancora vivo ed emozionante, oggi come allora. Senna è stato un personaggio tanto amato ed è ancora vicino a molti di noi. Ayrton aveva un rapporto molto particolare con la religione e un'integrità morale solida. Sentiva la responsabilità di sostenere chi era stato meno fortunato di lui e il suo modo per farlo era cercare la perfezione in quello che sapeva fare meglio: correre. Quando vestiva i panni del pilota sapeva anche essere duro, delle volte arrogante. Ma quella parte di Senna se n'è andata con lui, nel terribile incidente alla curva del Tamburello: ora è rimasto il mito, l'Ayrton capace di ispirare ancora oggi milioni di persone, in pista come nella vita. Quel maledetto weekend del 1994, fu il braccetto della sospensione anteriore destra che, spezzandosi, si ripiegò su se stesso colpendo poi il casco, e provocando così la ferita mortale. Fu un’incredibile e irripetibile dinamica. Di quelle che capitano una volta su un milione di casi. Purtroppo capitò quel giorno ad Ayrton. Di quell’incidente e dei drammatici istanti ricorderemo per sempre l’immagine di quell’ultimo sussulto di Senna ferito: il momento in cui lo spirito di Ayrton ha lasciato il suo corpo terreno. Il corpo del miglior pilota di F1 di tutti i tempi, che nessuno di noi potrà mai dimenticare. Frame Courtesy of Gronvold, Tassone

01-05-2021 12:26 | Milano